giovedì 15 aprile 2010

La legge del gambero.

Credo che per chi come me lavora in proprio e comunque nel privato, la cosa peggiore in questo periodo di crisi e di consumi ridotti all'osso, è che si ha un sacco di tempo per pensare ed informarsi.
Preferibilmente da più fonti, soprattutto quando le notizie sono più eclatanti, e per trovare notizie cui magari altrove non è stato dato il giusto peso.
In questi giorni sono incappato in due notizie che mi hanno fatto saltare sulla sedia.
Nel 2010, credo che un pò tutti guardiamo al futuro immaginando un mondo più pulito, una società più civile, dove regna il rispetto per le persone e per gli animali.
Questi sono un pò i miei sogni, ma queste due notizie mi hanno regalato un brusco risveglio.
La prima riguarda una estensione ad uno degli hobbies, a mio parere, più barbari che esistano: la caccia.
In pratica si è deciso di affidare ai comuni la facoltà di prolungare di 20 giorni il periodo di caccia, con l'esclusione di Agosto per non dare problemi al turismo... come se l'Italia non fosse un paese turistico 365 giorni l'anno.
Ciò che mi colpisce non sono tanto i 20 giorni, quanto il fatto che si sia speso del tempo non per abolire, ma per potenziare ulteriormente un'attività che, a mio avviso, rappresenta l'antitesi del rispetto per la natura.
Ma l'impegno del nostro governo verso l'ambiente trova altri sbocchi, progettando (si tratta di una mozione per ora) di urlare a tutto il mondo, il suo scarso interesse, e anzi la sua avversione, verso i protocolli di abbattimento delle emissioni inquinanti che vige nell'agenda del governo di Bruxelles.
Un miscuglio di superbia e ignoranza, che solo una mente molto primitiva e retrograda potrebbe concepire (purtroppo non ho trovato ancora il promotore della mozione se no l'avrei citato).
Non c'è bisogno, credo, di argomentare due notizie che appaiate fanno già di per se un bel quadretto.
E' sbalorditivo semplicemente constatare, come questo governo, abbia un modo di incedere verso il futuro che fa pensare più ad un gambero che ad un homo sapiens.

martedì 13 aprile 2010

Deliri a 5 stelle.

Beppe Grillo da anni muove e smuove centiaia di migliaia di persone con le sue osservazioni, le sue indagini e più in generale con la sua satira.
La satira, soprattutto in Italia, si rivolge in particolare alla politica, ed il comico satirico deve fare un grosso lavoro di equilibrio, per non sconfinare nella propaganda o nel dibattito politico.
Diciamo che questa è la teoria, perchè effettivamente i vari satiri, quali Luttazzi, e la Guzzanti (li adoro entrambi sottolineo), alla fin fine la linea l'hanno sempre superata, anche se per lo più a battute (soprattutto Luttazzi).
Grillo ha invece lentamente ceduto alle invocazioni di un popolo che vedeva in questa sua apparente onniscenza del malcostume italico, il miraggio di un faro, e con esso la speranza di trovare finalmente una rotta verso "L'Italia promessa", quell'Italia che abbiamo sempre sognato e che, forse, non abbiamo mai avuto.
Grillo ha avuto molti meriti, tra cui ricordo la previsione del crack parmalat e di altri scandali che hanno colpito il paese negli anni.
Ha avuto il merito di smuovere talmente gli animi da fare quello che nessuno, praticamente dagli anni settanta, era più riuscito a far fare ad un italiano senza mettergli le mani nei portafogli: ha fatto alzare il culo ad un sacco di gente, e le ha spinte e carcare una strada per cambiare le cose.
Chapeau caro Grillo.
Ciò che però mi lascia perplesso, è che una volta che scegli di passare da comico satirico a ispiratore politico, non mi pare serio iniziare a saltare da una parte all'altra del confine come un bambino che gioca a campana.
Giusto Sabato, trovo sul suo mitico Blog questo articolo...
Ero andato sul suo blog per trovare nuove ispirazioni, spunti, per conoscere meglio questo movimento 5 stelle... e mi sono trovato con una enorme doccia fredda.
Un tripudio di qualunquismo, luoghi comuni, slogan e disinformazione sociale e storica.
Ho pensato ad un pesce d'aprile, per ulteriore scherzo postato con qualche giorno di ritardo, ma l'ho escluso.
L'unica altra spiegazione che mi è venuta è stata un attacco di alzheimer.
Va bene fare provocazioni, va bene esagerare i fatti, ma spacciare un mucchio di balle e deliri per una "propaganda" del movimento 5 stelle, francamente mi pare una cosa da far fuggire a gambe levate il più fedele tra i suoi supporters.
Ed infatti cosa trovo tra i numerosi commenti? Il più completo appoggio, seppur spesso con argomantazioni sconclusionate e spesso completamente fuori tema, con l'eccezione di un giornalista del corriere, che cordialmente invita ad intervenire sull'articolo da lui pubblicato in proposito.
Lì potete trovare epresso ciò che io pure penso, ma scritto molto meglio di come saprei farlo io e con dei riferimenti bibliografici, a cui io francamente non potrei arrivare.
Quindi perchè questo post se c'è già qualcuno che ha controbattuto come si deve al post delirante di Grillo?
Perchè più del contenuto, quello che allarma e ferisce è il contesto.
Laddove la gente cerca la speranza del cambiamento, la forza dell'indignazione, lo spunto per fare veramente qualcosa, come si può buttare simili secchiate di fango e rovinare un così bel quadro?
Di movimenti popolari, in questi tempi di crescente sfiducia verso una politica sempre più lontana dai cittadini, ne stanno spuntando come funghi, ma sono quasi tutti poveri di strutture ideologiche forti, al posto dei programmi mettono slogan popolari.
Meno tasse, più lavoro, meno parlamentari, più ricerca, niente più politici corrotti... manca solo più pilu per tutti ed avremmo fatto l'en plein.
Certo alcune cose sono plausibili, ma non tutto ciò che vorremmo si può ottenere con un semplice colpo di spugna.
Ebbene, in questo piccolo marasma di movimenti, solo il movimento 5 stelle ha saputo distinguersi grazie alla voce di Grillo... ma proprio la sua voce, se non opportunamente moderata e ripulita da deliri da demenza senile potrebbe riportarlo a confondersi nel marasma, lasciandoci orfani di un'altra, tenue speranza.


PS: ciò non toglie, che con il giusto senso critico, il blog di Beppe Grillo può essere una preziosa fonte di contro disinformazione.

lunedì 12 aprile 2010

Le ragioni del manzo.

La prima riflessione che vorrei fare, riguarda le abitudini alimentari moderne, rapportate ad alcuni concetti propri del vegetarianismo.
Premetto a scanso di equivoci, che chi scrive non è assolutamente vegetariano, per ora.

All'incirca a luglio dell'anno scorso, passeggiando per una via centrale di Torino, incappai in un capannello di "attivisti" vegetariani, che distribuivano dei volantini informativi: ne presi uno.
Arrivato a casa lo lessi, e ciò che lessi mi aprì gli occhi su cose cui non avevo mai pensato.
Per ora escluderò ogni considerazione animalista, e mi limiterò a considerazioni di economia stretta.
Ciò che mi colpì, fu l'evidenza di come la carne sia una fonte alimentare del tutto antieconomica, o per lo meno sfavorevole nel bilancio alimentare di una nazione.
Il 90% abbondante dei siti di vegetariani parla di pacifismo, amore per gli animali e viver sano... tutte cose sacrosante, ma io voglio fare un discorso egoistico, e faccio finta di non amare gli animali e la natura ma solo il mio portafoglio.
Ora quanto ci costa un chilo di carne?
A seconda delle specie animali ed a seconda delle fonti (giusto per metterne una fra le tante), ci costa da 7 a 15 volte il suo peso in cereali e legumi edibili.
Senza contare che un chilo di carne, in termini di risorse idriche, "costa" fino a 16 volte la quantità di acqua necessaria a portare a maturazione un chilo di cereali (ed immagino valga lo stesso per legumi o altro).
Quindi senza scomodare l'etica e l'amore per gli animali, c'è già di che rimanere basiti di fronte a questi dati.
In pratica per mangiare carne buttiamo via migliaia e migliaia di tonnellate di cibo per ottenerne un decimo.
Perchè?

Il motivo delle proteine e del ferro è quasi del tutto inconsistente (alcune proteine in effetti si trovano solo nella carne, ma ci sono molti esempi di sportivi che ne fanno tranquillamente a meno), perchè nei legumi e nelle verdure a foglia verde(per non parlare di alcune alghe) si trova tranquillamente la giusta integrazione...e allora?
Le ragioni che ho trovato io sono tre:

* Piacere:La carne, con i suoi contenuti di grasso, il suo sapore, la sua consistenza e versatilità è buona! Talvolta è molto buona!

* Pigrizia:Un fetta di carne la prendi dal sacchetto, la butti nella padella sul fuoco ed è praticamente pronta, mentre la verdura la devi pulire, tagliare e cucinare, spesso a lungo.

* "Cultura": Nella nostra cultura, la cucina ha un ruolo importantissimo di tipo allegorico, conviviale, affettivo e persino artistico... e la carne è una parte importante di ciò.

Ma sono queste delle regioni sufficienti per accettare l'eccessivo consumo di carni di cui la nostra società è protagonista?
Perchè è di eccessivo consumo che stiamo parlando.

Nei paesi industrializzati il consumo di carne è da due a tre volte superiore quello consigliato per una alimentazione sana. In Italia stiamo intorno a 2 volte e mezzo...
Sono cose che un sacco di gente ha detto migliaia di volte, ma ciò non significa che uno debba smettere di parlarne.
Noi riduciamo di 10 volte l'efficienza dei nostri sistemi alimentari nazionali per assumere una quantità di carne che è più del doppio della quantità consigliata per una corretta alimentazione.

VEGETARIANISMO?

uhm... non necessarimente... anche se, personalmente, la reputo una scelta ottimale.
Io non sono mai per gli "estremismi", ma per una riorganizzazione culturale, alimentare ed economica.
Oltre ad una corretta cultura dell'informazione alimentare, che finora è stata osteggiata dalle varie "lobbie" alimentari si potrebbe pensare ad una nuova regolamentazione degli allevamenti.
Qui lavoriamo di immaginazione, ma su basi, a mio parere, ragionevoli.

Ipotizziamo di dimezzare la produzione di carne.
Gli operatori della filiera delle carni si prenderebbero un coccolone leggendo questo...
Io però non credo che questo dimezzerebbe i loro introiti, perchè congiuntamente andrebbero riveduti gli allevamenti, con una rivalutazione del prodotto sostanziale.
Riducendo il sovraffollamento degli allevamenti, si ridurrebbero ad esempio le patologie di cui sono spesso affetti gli animali e che inducono ad un uso massiccio di medicinali ed antibiotici, sia sulle bestie malate (per curare) sia su quelle sane (per prevenire), questo oltre ad aumentare i costi, e quindi ridurre i ricavi, ha anche effetti non proprio positivi per la salute umana, in quanto contribuiscono al fenomeno della resistenza agli antibiotici.

Se gli animali venissero allevati in maniera più naturale, con i cibi che in natura gli darebbero sostentamento (per l'amico manzo magari una fresca erbetta di prato quando disponibile), con un volume degli allevamenti commisurato alle risorse naturalmente disponibili, anche questo potrebbe sia rivalutare il prodotto che migliorare gli utili, probabilmente ancor di più se l'allevamento fosse inegrato ad una azienda agricola.
Mi spiego meglio: inziamo a raddoppiare lo spazio disponibile per gli animali, e già avremmo allevamenti più sani, nutriamoli naturalmente e miglioreremo ulteriormente il prodotto riducendo i costi.
Con un meccanismo del genere, la ridotta quantità verrebbe compensata da una rivalutazione del prodotto, che costerebbe più caro al consumatore finale, ma considerando il consumo ridotto, questo non influenzerebbe i bilanci familiari.
Non trascurabile poi una frode molto frequente nel mercato delle carni: il dopaggio delle bestie per aumentarne il volume delle fasce muscolari per aumentare il profitto per bestia sul mercato...
Peccato che poi la bisteccona in pentola si trasformi in un saltimbocca affogato in un inquietante liquido iridescente, ma soprattutto si tratta sia di una frode, che di una pratica che lascia un pò dubbiosi sulla salubrità della cosa.

Per ultimo metterei l'argomento animalista: gli animali infatti così vivrebbero più dignitosamente, senza inutili torture, penso in particolare agli allevamenti di galline ovipare, in cui la categoria 3 delle uova (quella che si compra normalmente nel negozio o supermercato sotto casa) corrisponde ad un sistema di produzione che sembra tratto da qualche film dell'orrore con animali mutilati e schiacciati gli uni contro gli altri con lo spazio utile soltanto a produrre uova...
La legge italiana peraltro, vieterebbe di torturare inutilmente gli animali, ma questo viene fatto ogni giorno negli allevamenti attuali.
Una riforma del sistema produttivo potrebbe permettere finalmente il rispetto di queste leggi, che vengono implicitamente ignorate da quasi tutti per consentire l'attuale sistema Iper-produttivo.

In conclusione: consumare è legittimo, ma ricordiamo sempre le nostre responsabilità verso noi stessi ed il mondo che ci circonda, evitando di alimentare sistemi economici che fanno acqua da tutte le parti, e che sono carenti internamente di una seria impostazione etica.

Iniziamo?

Dopo anni passati a navigare su internet, usandolo come mezzo di informazione e di scambio di opinioni, mi sono reso conto di avere bisogno, in questo mezzo a me così caro, di uno spazio in cui concentrare i miei pensieri, non solo per non disperderli in troppi contenitori disseminati chissà dove e destinati a scomparire da un momento all'altro, ma anche per averli io stesso sempre davanti agli occhi.

Non ho intenzione chiaramente di stendere un diario personale, ma di radunare qui le informazioni, o per lo meno ciò che io ne ho carpito, che andrò a raccogliere nel mio peregrinare per la rete, e tra le pagine dei libri.

Gli argomenti di cui mi preme parlare sono molto comuni, ma forse non comuni a tutti, dato che l'interesse che sucitano è meno grande di quanto mi aspetterei.
Questi argomenti sono:

*


Energie rinnovabili: in venti anni, almeno 3 guerre sono state combattute per il controllo dei combustibili fossili, e decine di migliaia di vite innocenti ne hanno pagato il prezzo. Ora siamo a circa 60 anni da quello che gli specialisti, reputano il momento in cui le risorse di petrolio si esauriranno. Se assassiniamo decine di migliaia di persone per il petrolio ora... quante ne uccideremo man mano che ci avvicineremo all'esaurimento di queste riserve? E quando finiremo noi stessi nel mirino? Per questo, le fonti di energia rinnovabili sono al primo posto tra le mie preoccupazioni.
* La politica: con l'evoluzione di internet, e della nostra presunta capacità di utilizzarla, molte voci hanno raggiunto orecchie che prima non avrebbero mai potuto raggiungere. Le informazioni, le idee e le opinioni hanno cominciato a turbinare, creando nodi di tumulto politico, turbini di indignazione, e guru che pensano o vorrebbero indicare la via comune. Io credo che si sia creato soprattutto un grande chaos, in cui spesso sono i luoghi comuni ed i preconcetti a farla da padrone, e dove i qualunquismi ottenbrano le capacità di giudizio di molti. Per me, occuparmi di politica è guardare a questi fenomeni nella maniera più distaccata ed oggettiva possibile, non solo perchè li trovo socialmente pericolosi, ma politicamente vuoti!
* Lyfestyle: con un occhiolino alle energie rinnovabili, credo che questo sia un argomento da tenere a cuore. Il modo in cui viviamo, consumiamo, ed il modo in cui mangiamo non influenza solo noi ed i nostri cari, ma tutto il mondo che ci circonda: allora forse dovremmo porre maggiore attenzione a ciò che facciamo, e a capire che noi siamo responsabili, non solo di noi stessi, ma del mondo in cui viviamo.

Questi sono gli argomenti che spero di saper esplorare nel mio blog, e sper odi trovare altri che condividano i miei interessi e le mie idee, e ancor più di trovare altri che sappiano, con argomentazioni forti e ragionevoli, illuminarmi nuovi cammini, ed indicarmi nuovi orizzoni.
A presto!
Stefano